Quale futuro per l'Antartide?

La conferenza “Antarctica oggi e domani” ha avuto luogo a Parigi (Francia) il 29 giugno 2017, ospitata dall’Istituto Oceanografico di Monaco alla Maison des Océans. Questo incontro è stato organizzato in una data specifica: il primo anniversario della morte di Michel Rocard, un grande difensore dei pali. L’evento ha riunito 250 partecipanti di tutti i settori: governi, società civile, associazioni, ecc. Questo simposio è stato organizzato con un obiettivo specifico: creare una nuova area marina protetta in Antartide.

L'Antartide e l'Oceano del Sud stanno cambiando?

Durante la tavola rotonda “L’Antartide e l’Oceano del Sud in un ambiente che cambia”, Thomas Stocker, co-presidente del gruppo di lavoro I dell’IPCC, ha detto che 147 miliardi di tonnellate di acqua dolce vengono perse dall’Antartide ogni anno.
Françoise Gaill, direttore scientifico della Piattaforma Oceano e Clima, ha anche menzionato i cambiamenti improvvisi in Antartide, come il declino della popolazione dei pinguini imperatore a causa della scomparsa della copertura di ghiaccio.

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Una grande sfida: creare una nuova area marina protetta

Organizzato dall’Antarctic and Southern Ocean Coalition (ASOC) con il sostegno finanziario della Fondazione Principe Alberto II di Monaco, il Pew Charitable Trusts, e in collaborazione con l’Istituto Oceanografico di Monaco, il simposio ha visto la partecipazione di circa 250 persone alla Maison des Océans di Parigi.

Robert Calcagno, direttore generale dell’Istituto, spiega che la conferenza mira a sostenere e far conoscere la proposta dell’Australia, della Francia e dei partner dell’UE di creare una nuova AMP nell’Antartide orientale.
Una tavola rotonda intitolata “MPAs, Antarctica e l’Oceano del Sud” ha discusso i molti benefici della creazione di una nuova MPA.

TRATTATO ANTARTICO: PERCHÉ È UN SUCCESSO?

La mattina, dopo una cerimonia di apertura, si è tenuta la prima tavola rotonda intitolata “Lezioni apprese da un’esperienza franco-australiana di successo, trent’anni dopo – Dalla Convenzione di Wellington al Protocollo di Madrid”.

La risposta globale alla necessità di un quadro internazionale per le attività antartiche è iniziata con l’adozione del Trattato Antartico, firmato a Washington DC, USA, il 1° dicembre 1959.
L’obiettivo principale era di assicurare che “nell’interesse di tutta l’umanità, l’Antartide continuerà ad essere usato esclusivamente per scopi pacifici e non diventerà la scena o l’oggetto di discordia internazionale”.

Il 4 ottobre 1991, questo trattato è stato completato dal protocollo sulla protezione dell’ambiente, noto anche come protocollo di Madrid. Oggi, grazie a questi accordi multilaterali, l’Antartide è un luogo di pace e di collaborazione scientifica. Questa esperienza dimostra la possibilità di un accordo internazionale su questioni vitali come la protezione dell’ambiente.

IL MARE DI ROSS, O COME IL PIÙ GRANDE AMPLIFICATORE

Nell’ottobre 2016, dopo diversi anni di discussioni, i membri della Commissione per la Conservazione delle Risorse Marine Viventi dell’Antartide (CCRVMA) hanno deciso di designare un’area di 1,55 milioni di km² come Area Marina Protetta del Mare di Ross.
Questa AMP è entrata in vigore il 1° dicembre 2017 e limita interamente alcune attività, al fine di raggiungere specifici obiettivi di conservazione. L’AMP della regione del Mare di Ross è la seconda del suo genere ad essere adottata, e la più grande fino ad oggi.

In un video, il principe Alberto II di Monaco ha accolto con favore la designazione dell’AMP del Mare di Ross e ha detto che era “un incentivo ad andare oltre”. Ha sostenuto la creazione di una rete di AMP in Antartide, sottolineando l’importanza del sostegno dei partner dell’UE.

Per andare oltre

La sintesi del simposio “Antarctica, oggi e domani”, pubblicato dall’Istituto internazionale per lo sviluppo sostenibile sabato 1 luglio 2017, è online a questo
indirizzo
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Scopri la sintesi della conferenza, pubblicata dall’Istituto Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile a questo
indirizzo
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La conferenza, che è stata interamente filmata, è disponibile anche sul sito
Youtube
dell’Istituto di Oceanografia.

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